In editoria, la lavorazione di piegatura consente di ottimizzare i tempi e i consumi di produzione poiché grazie ad essa è possibile ottenere segnature, ossia sequenze ordinate di pagine stampate in un unico ciclo tipografico. Le segnature possono essere di due tipi: a base quattro (quartini, ottavi, sedicesimi, trentaduesimi) e a base tre (sestini, dodicesimi, ventiquattresimi).
Piegatura a quartino: è una segnatura costituita da quattro facciate ottenute piegando un foglio (più grande) una volta.
Piegatura a sestino: segnatura costituita da sei facciate ottenuta piegando un foglio (più grande) due volte.
Piegatura a ottavo: segnatura costituita da otto facciate ottenuta piegando un foglio (più grande) due volte.
Piegatura a dodicesimo: segnatura costituita da dodici facciate ottenuta piegando un foglio per tre volte.
La piegarura in dodicesimi viene utilizzata per i libri in formato 22 x 22 cm tramite foglio 70 x 100. Questo formato viene spesso utilizzato per libri di fotografia, di illustrazione, oppure cataloghi per mostre, arredamento, oggettistica e altro ancora.
Piegatura a sedicesimo: è una segnatura costituita da sedici facciate ottenuta piegando un foglio (più grande) tre volte.
La piegatura in sedicesimi viene utilizzata al giorno d’oggi per il formato di libro 17 x 24 (a volte 16,5 x 24) stampato su fogli 70 x 100, che consentono di ottenere 32 pagine mediante l’utilizzo di due sedicesimi. Si tratta del formato di libro più comune.
Piegatura a ventiquattresimo: è una segnatura costituita da ventiquattro facciate ottenuta piegando un foglio per quattro volte.
Piegatura a trentaduesimo: è una segnatura costituita da trentadue facciate ottenuta piegando un foglio (più grande) quattro volte.
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