Con il termine di assorbenza possiamo indicare la capacità di un supporto cartaceo di impregnarsi della sostanza liquida, ovvero l'inchiostro di stampa, con il quale viene a contatto. L'assorbenza permette al pigmento diluito all'interno dell'inchiostro di trasferirsi correttamente sulla superficie cartacea.
Si tratta di una caratteristica di essenziale importanza ai fini dell’inchiostrabilità. Oltre che sulla ricettività, sulla stabilizzazione e sull'immobilizzazione dell’inchiostro, l’assorbenza influisce anche sulla prima fase di questo processo, quella di essiccazione.
Per ottenere un buon risultato sulle carte patinate è necessaroi osservare alcune specifiche caratteristiche di assorbenza, determinate dall’utilizzo di strutture porose specifiche per gli inchiostri, che caratterizzano quelli indicati con il nome di inchiostri lucidi a rapida stabilizzazione.
Al contrario, le tipologie di carta non patinata sono costituite da materiali cartacei fondamentalmente porosi, con fibre di cellulosa dalle disposizioni più variegate che possono creare interstizi di profondità e forme differenti, da un millimetro in su, fino a toccare valori anche parecchio alti, coincidendo persino con la stessa ampiezza delle fibre di cui la carta è costituita.
Le carte patinate dispongono di uno strato aggiuntivo sulla superficie costituita da una struttura che generalmente è molto più fine di quella sottostante. Il pigmento che costituisce la patina, formato da particelle minerali unite tra di loro con un apposito legante, presentano degli spazi di dimensioni davvero contenute finalizzate a ospitare gli inchiostri. La struttura porosa delle carte patinate è quindi molto diversa da quelle non patinate, e le prime vengono definite microporose in rapporto alle seconde, con una grandezza media dei pori notevolmente più bassa.
È necessario, tuttavia, fare una distinzione fra pori di dimensioni relativamente più grandi da quelli di dimensioni inferiori, sia per spiegare al meglio il processo di stabilizzazione degli inchiostri rapidi sulle carte patinate, sia la causa dei difetti che vengono fuori nei casi in cui le carte patinate non siano adeguate alla formulazione dei suddetti inchiostri.
La struttura delle carte patinate, pertanto, viene associata ai termini di microporosità e micropori, utilizzati anche per tutti i materiali dotati di pori delle dimensioni entro un certo limite in relazione all’inchiostro abbinato. Al contrario, per le carte patinate con pori superiori al limite, si adoperano i termini macroporosità e macropori.
Nell’ambito delle carte patinate e non patinate, a condizionare la penetrazione dell’inchiostro durante il processo di stampa e in quello immediatamente successivo, vi sono la forma e le dimensioni dei pori più vicini alla superficie, che condizionano il modo in cui l’inchiostro penetra nella carta. Nel caso di macropori, l’inchiostro riesce a penetrare sia il veicolo che il pigmento. Al contrario, nei micropori, la penetrazione dell’inchiostro viene filtrata, una parte riesce a penetrare nella carta, mentre l’altra resta ferma alla superficie. Questi fenomeni di penetrazione e filtrazione avvengono sempre, anche se non sempre allo stesso modo a seconda delle tipologie di inchiostri e di carte differenti. Ad esempio, una carta da giornare macroporosa, con fibre dal diametro decisamente alto, la penetrazione dell’inchiostro è parecchio evidente. Al contrario, nelle carte patinate e quindi microporose, è possibile osservare meglio il processo di filtrazione. Entrambi i fenomeni, penetrazione e filtrazione, influiscono direttamente slla stabilizzazione dell’inchiostro, prima fase del processo di essiccamento dello stesso. Nonostante non sia ancora del tutto fissata al supporto, la pellicola di inchiostro potrebbe dar luogo a problematiche derivanti dalle fasi di allestimento, in cui i supporti vengono impilati uno sull’altro. Per questa ragione è importante, soprattutto quando si parlati carte patinate, valutare l’assorbenza globale e la struttura porosa della carta, identificando la sua porosità. La porosità di un supporto di stampa e l’assorbenza globale dello stesso sono gli elementi che condizionano l’utilizzo degli inchiostri a rapida stabilizzazione.
Questi ultimi, infatti, vanno utilizzati quando i valori di assorbenza globale sono elevati a sufficienza (nonostante debbano rientrare entro certi limiti) e ci si trovi in presenza di micropori con dimensioni entro una determinata soglia. In questi casi è possibile ottenere una stabilizzazione rapida degli inchiostri con il raggiungimento di un lucido di stampa sufficientemente elevato.
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